Svalutare se stessi è un tipico esempio di mancanza di autostima che conduce ad uno stato di insoddisfazione. Svalutarsi significa, infatti, sminuire, ritenere e dichiarare se stessi inferiori al valore reale. Ma perché questo avviene? Perché alcune persone tendono a giocare al ribasso con la considerazione che hanno di loro stesse?
La bellezza delle cose esiste solo nella mente di chi le osserva. Il filosofo inglese David Hume scrisse questi versi nel Settecento, e sicuramente al suo tempo non c’era tutto l’accanimento sull’estetica che c’è oggi. Versi profondi che si collocavano in un periodo in cui le persone sicuramente erano meno prese dall’effimero e più concentrate sulla sopravvivenza.
Sapere come reagire alle critiche, provocazioni, offese e prese in giro non è affatto semplice. In primo luogo, perché non c’è una regola universale che vale in ogni contesto. Con alcune persone potrebbe convenire il silenzio, con altre, invece, contrattaccare.
Essere se stessi o seguire la massa spesso vengono considerati due stili di vita contrapposti. Oggettivamente questo è vero: si tratta, infatti, di comportamenti in netta antitesi, ma non è pensabile – a mio avviso – che una persona viva un’intera esistenza adottando in ogni situazione di vita quotidiana sempre e soltanto uno dei due stili di vita.
La maggior parte delle volte ottieni o perdi ciò che desideri in situazioni “faccia a faccia”. Ad esempio: quando fai domanda per un posto di lavoro, generalmente il confronto è fra te e un’altra persona che, dovendo decidere se assumerti o meno, ha il potere di dire di sì o di no.
Una delle paure più frequenti è dovuta alla mancanza di conoscenza e preparazione. Già dalla scuola siamo costretti a fare i conti con questa paura: chi è che, infatti, non ha mai temuto un’interrogazione?
Tutti desiderano l’approvazione altrui. Si tratta di un bisogno basilare dell’essere umano. Che sia un bisogno innato degli uomini questo non vuol dire automaticamente che sia qualcosa di positivo. Anzi: spesso è causa di quel condizionamento esterno che bisognerebbe sempre cercare di osteggiare (come già ti ho suggerito in questo articolo).
La maggior parte della gente tende a ricordarsi i propri insuccessi più dei successi. Questo avviene perché solitamente c’è più intensità emotiva attorno agli errori anziché riguardo ai successi. Ad esempio: a scuola molti insegnanti contrassegnano le risposte sbagliate degli alunni con una “X”, anziché segnalare quelle giuste con un segno di spunta o un asterisco. Nello sport, i coach spesso urlano contro chi sbaglia, e la stessa cosa capita nel lavoro e nella vita privata. Sembra che i tuoi sbagli siano sempre evidenziati, mentre le vittorie passino inosservate o comunque non ricevano la giusta celebrazione.