Ieri abbiamo visto che un suggerimento per migliorare la propria vita è quello di non compiacersi troppo, rischiando di adagiarsi sugli allori (se sei interessato anche agli altri suggerimenti li trovi raggruppati tutti qui). Oggi, invece, lo spunto di riflessione riguarda l’atteggiamento opposto: il compiangersi inutilmente, rischiando di abbattersi al punto tale da non avere più le capacità, e nemmeno l’entusiasmo, necessari per affrontare le sfide per l’eccellenza.
Tutti noi sappiamo, dagli avvenimenti che ci toccano in prima persona o che semplicemente osserviamo dall’esterno in qualità di spettatori, che la vita non è sempre giusta. Ti sarà capitato sicuramente di incappare in situazioni ingiuste dove, sebbene sia stato tu a svolgere la maggior parte del lavoro, qualcun altro è riuscito a prendersene il merito. Forse ti impegni molto di più di un tuo collega (o di un tuo conoscente), sai di essere molto più bravo, capace, o preparato, eppure ottieni soltanto la metà di quello che ottiene lui. Ci sono, quindi, delle volte in cui la vita non sembra darci nessuna mano: piuttosto che premiarci, ci penalizza. Ma dobbiamo prendere atto che questo è del tutto normale: le dinamiche della vita sono imprevedibili, e talune circostanze sfuggono al nostro controllo. È vero, dobbiamo sempre cercare, nei limiti che ci sono concessi, di essere padroni del nostro destino, ma è altrettanto vero che un controllo totale è impossibile, in quanto la vita è un mistero appassionante, e spesso un cammino che dall’ignoto ci conduce verso l’ignoto.
L’unica alternativa che abbiamo in quei momenti in cui le cose vanno male è quella di resistere, rifiutando di arrenderci, anche se non si ha alcuna garanzia di ciò che riusciremo ad ottenere con la nostra persistenza. Il mio suggerimento, quindi, è il seguente: evita di lamentarti e di piangerti addosso, perché i tuoi guai e i tuoi problemi non sono molto più terribili della sfortuna di qualcun altro. Non permettere mai che i dolori, le barriere e gli ostacoli del momento (abbiamo già visto in un altro articolo che le sconfitte vanno considerate come qualcosa di temporaneo) rovinino il tuo atteggiamento e i tuoi progetti per il futuro. Sappi che se indosserai il terribile mantello dell’autocommiserazione non potrai mai vincere: il suono spiacevole del lamento caccerebbe via di sicuro ogni opportunità di successo, e questo ti condurrebbe inevitabilmente al mattatoio dell’infelicità.
Un guerriero della luce conosce i propri difetti. Ma conosce anche i propri pregi. Alcuni compagni si lamentano in continuazione: “Gli altri hanno più opportunità di noi.” Forse hanno ragione. Ma un guerriero non si lascia paralizzare da questo. Cerca di valorizzare al massimo le proprie qualità.
Paulo Coelho
Quando le cose andranno male ricordati di non pronunciare mai parole di lamento o di recriminazione del tipo: “Perché devo subire questo?”, “Come è ingiusta la vita!”, “Mi va tutto storto” o, ancora, “Che sciocco che sono stato”; bensì poniti delle domande costruttive: “In che modo ho creato questo? Che cosa stavo pensando? Quali erano le mie idee? Che cosa ho detto o non ho detto? Che cosa ho fatto o non ho fatto per creare questo risultato? In che modo ho indotto l’altra persona ad agire in questo modo? Che cosa dovrò fare di diverso la prossima volta per ottenere il risultato che voglio?”.
Infine, considera che una strategia efficace per allontanare la tentazione di lamentarsi è quella di ricordare a te stesso che hai tutte le potenzialità per raggiungere il successo, e che ogni lamentela sarebbe davvero ingenerosa nei confronti di chi ha meno di te. A tal proposito, voglio che anche tu legga questa speciale e saggia poesia:
Signore, perdonami quando mi lamento!
Oggi, su un autobus, ho incontrato una bellissima ragazza bionda. L’ho invidiata…sembrava così allegra…e desideravo essere altrettanto attraente. Quando all’improvviso si è alzata per scendere dall’autobus, ho visto che zoppicava; aveva una gamba sola e camminava con una stampella, ma, quando mi è passata vicino…che sorriso! Oh, Signore, perdonami quando mi lamento, perché ho due gambe. Il mondo è mio!
Sono entrato in un negozio per comprare dei dolci. Il commesso era molto simpatico. Mi sono messo a chiacchierare e sembrava fargli piacere. Se fossi arrivato tardi non sarebbe stato grave. E mentre uscivo mi disse: “Grazie, lei è stato così gentile. È bello parlare con gente come lei. Vede, mi disse, sono cieco.” Oh Dio, perdonami quando mi lamento, perché ho due occhi. Il mondo è mio!
Poi, mentre camminavo per strada, ho visto un bambino con gli occhi blu. Se ne stava fermo a guardare gli altri giocare, non sapeva cosa fare. Mi sono fermato un attimo e gli ho chiesto: “Perché non vai a giocare con gli altri, caro?” Ha guardato dritto davanti a sé e allora ho capito che era sordo. Oh Signore, perdonami quando mi lamento, perché ho due orecchie. Il mondo é mio!
Con piedi che mi portano dove voglio andare, occhi che vedono lo splendore del tramonto, orecchie che sentono quello che vorrei sapere…Oh Dio, perdonami quando mi lamento. Sono davvero fortunato. Il mondo è mio!Anonimo
Allora vai avanti con la tua vita, grato per le potenzialità che hai, cercando di darti da fare in maniera costruttiva senza più lamentarti. D’altronde, possiedi già tutto quello che ti occorre per diventare la persona che desideri essere.