Dopo averti parlato della prima scusa (trovi tutte le scuse raggruppate qui) per cui non si vuole cambiare lavoro anche se si è insoddisfatti, ovvero la convinzione di essere troppo vecchi (o giovani) per affrontare il cambiamento, oggi intendo porre la tua attenzione su un’altra scusa che sovente blocca le persone nel lavoro che stanno svolgendo: una remunerazione alla quale credono di non poter rinunciare.
Questo articolo mi è stato suggerito da un episodio realmente accadutomi. Qualche mese fa ho incontrato in un ristorante un mio ex collega di università. Non era lì in veste di cliente; bensì di cameriere. La cosa un po’ mi stupì. Ma non perché facesse il cameriere: d’altronde anche io ho fatto molti lavori non propriamente dei miei sogni, prima di dedicarmi a ciò che desideravo. Ogni lavoro è sicuramente importante e va, quindi, rispettato. Piuttosto, ciò che mi colpì fu il fatto che io lo ricordassi come una persona desiderosa di intraprendere una carriera professionale, tanto che già dopo la laurea triennale aveva iniziato il tirocinio di dottore commercialista. Dopo esserci salutati, gli confessai che pensavo stesse ancora lavorando presso uno studio commerciale, e lui mi rispose che aveva abbandonato quel percorso perché non era remunerativo quanto quello che stava facendo. Era un bravo cameriere e le mance erano molto buone, il che gli consentiva di avere un reddito migliore rispetto al rimborso spese che percepiva in precedenza. Aggiunse che, soltanto qualora avesse trovato un lavoro più remunerativo nella sfera di competenza della sua istruzione, avrebbe cambiato. Gli dissi che doveva restare a tutti i costi nel settore della ristorazione, se davvero gli piaceva, perché quello, alla pari della carriera da commercialista, era un lavoro onorevole. Ma gli dissi anche che, se non vedeva il suo futuro in quel settore, allora doveva accettare una temporanea riduzione dello stipendio e trovare un impiego in cui usare la sua laurea, un impiego più consono alle sue reali ambizioni. Ho evidenziato che alla lunga le persone fanno più soldi svolgendo un lavoro che le stimola. Molti fanno l’errore di considerare soltanto lo stipendio iniziale, ignorando il reddito potenziale che un giorno potrebbero percepire, e le soddisfazioni, non soltanto economiche, che potrebbero ottenere.
Poi è successa una cosa che mi ha riempito di soddisfazione: il mio amico, a distanza di un mese dal nostro incontro, mi ha contattato su un social network dicendomi che era di nuovo sul mercato del lavoro, e che stava cercando uno studio commerciale da cui ripartire, giacché si era reso conto che era quello che realmente voleva fare.
Non può appassire ciò che fiorisce di desiderio.
Casimiro De Brito
Il punto fondamentale, quindi, è il seguente: pensa al potenziale, abbi sempre una visione di medio-lungo periodo e considera la soddisfazione sul lavoro. Non essere tentato semplicemente da ricompense immediate e a breve termine, anche se discrete. La tua felicità non può essere comprata.