Oggi ero in libreria: c’era tanta gente, e per pagare alla cassa bisognava fare anche la fila. Allora, mentre aspettavo arrivasse il mio turno, riflettevo su una cosa ponendomi la seguente domanda: ma di tutti questi “consumatori di cultura” quanti di loro, oltre a leggere, scrivono anche? Ovviamente il quesito è espandibile, per similitudine, anche ad altri settori artistici; di tutte le persone che visitano i musei o che vanno ai concerti, quanti di loro dipingono o cantano? Mi sono documentato ed ecco cosa ho scoperto: secondo l’Eurostat in Italia sono 120 mila gli occupati che lavorano come scrittori e artisti; mentre, stando a quanto riporta l’Istat, sono 23 milioni e 750 mila le persone che dichiarano di aver letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali. Ora, volendo considerare, oltre ai professionisti censiti, anche una ragionevole quota di aspiranti e di appassionati che si dedicano per hobby alle attività artistiche, la percentuale di persone che si occupano attivamente di cultura (e di arte più in generale), rispetto a chi la consuma soltanto, è davvero bassa. Insomma, siamo sicuramente disposti a consumare cultura (e arte), ma poco propensi a “crearne”. D’altronde creare è molto più dispendioso e complesso rispetto al mero recepire, e tutti gli affanni del quotidiano ci assorbono così tanto che a volte non abbiamo neanche il tempo per pensare con la nostra testa. Allora non ci resta che limitarci a leggere, o a guardare; insomma: ad essere spettatori. Eppure io penso che questo sia davvero controproducente: l’esperienza diretta è importante, e può aiutarci a comprendere meglio la vita (d’altronde questo è anche uno dei motivi per cui ho deciso di dare vita al blog Arricchisciti.com). Ad esempio, se, a parte leggere, ci cimentassimo anche nella scrittura, sicuramente apprezzeremmo meglio i libri che leggiamo, oltre a capire qualcosa di più di letteratura. Riusciremmo, insomma, a sentirci maggiormente in sintonia con ciò che ci accade intorno, e a cui ci interessiamo.
Un po’ di esperienza spesso è in grado di mettere in discussione molta teoria.
Samuel Parkes Cadman
Il mio suggerimento, quindi, è il seguente (se sei interessato anche agli altri suggerimenti li trovi raggruppati tutti qui): cerca sempre di vivere attivamente le cose che ti piacciono, cimentandotici, anche se credi di non avere le abilità per farlo. Consumare meno cultura, e crearne di più non è affatto negativo, anzi. Quello che conta, ancora prima della ricezione passiva, è, infatti, l’esercizio della creazione e dell’immaginazione; le abilità potrebbero affinarsi nel tempo, e con la giusta esperienza. Quindi non ti preoccupare, anche se non ti ritieni all’altezza di scrivere, dipingere, scolpire, suonare, danzare o cantare. Allenati lo stesso, e crea il tuo capolavoro o il tuo spettacolo! Questo atteggiamento attivo e propositivo nei confronti della cultura ti stimolerà ad allargare le tue vedute, e ad avere una tua idea. Il pericolo, infatti, di quando si recepisce soltanto passivamente è quello di farsi influenzare e condizionare dall’ideologia altrui. Già viviamo in una società dove l’informazione e le strategie di marketing tentano in continuazione di bombardarci e persuaderci, e se non siamo attivi nella ricerca dell’informazione e della contro-informazione, di un nostro modo autonomo di pensare e di una nostra ideologia, corriamo il rischio di appiattire sempre di più la mente, e di diventare schiavi di un sistema fatto fondamentalmente di modelli da seguire (ragion per la quale io mi limito a fornirti degli spunti di riflessione che spero siano in grado di stimolare una TUA ricerca personale per l’autorealizzazione).
Non soffocare la tua ispirazione e la tua immaginazione, non diventare lo schiavo del tuo modello.
Vincent van Gogh
Allora libera te stesso, essendo te stesso! Cosa pensi di questo o di quello? Cerca di rispondere ragionando con la tua testa, libero da tutti gli indottrinamenti, i condizionamenti, i libri letti, i mass media o il pensiero comune. Prenditi la responsabilità di ciò che pensi, e di ciò che fai, accrescendo la tua esperienza personale e diretta. Il tuo pensiero conta; non te lo dimenticare mai.