La bellezza delle cose esiste solo nella mente di chi le osserva. Il filosofo inglese David Hume scrisse questi versi nel Settecento, e sicuramente al suo tempo non c’era tutto l’accanimento sull’estetica che c’è oggi. Versi profondi che si collocavano in un periodo in cui le persone sicuramente erano meno prese dall’effimero e più concentrate sulla sopravvivenza.
Le cose oggi sono cambiate: l‘interesse della gente è facilmente rapito da argomenti il cui contenuto principale è la “leggerezza”; che si tratti di calcio o dell’ultima fiamma di un cosiddetto “vip”, poco importa. Il fulcro del discorso rimane lo stesso: diamo davvero molta – forse troppa – importanza ad aspetti estetici, superficiali e frivoli.
In una società dominata sempre di più dal materialismo, l’estetica è diventata un valore imprescindibile; pertanto non stupisce che l’immagine spesso sia più importante della “sostanza”. Gli involucri sembrano essere il limite massimo dello sguardo umano. Potremmo spingerci nel più profondo dell’animo umano o scrutare l’universo, ma sovente decidiamo di fermarci alla superficie: ad un corpo, ad un brand, ad un’immagine, come se il mondo e la vita non avessero ulteriori dimensioni. Oltre il baluardo dell’apparenza è davvero difficile spingersi: un deserto lontano che sempre meno persone desiderano esplorare. I più si accontentano di vivere in una società nella quale l’immagine è divenuta centrale: lo smartphone di ultima generazione, il jeans strappato che tanto va di moda, gli occhiali da sole “firmati” o l’addome perfettamente piatto. Eserciti ciechi di burattini pronti ad imitare e a conformarsi attraverso dei canoni, orgogliosi di perdere la propria identità e diversità per affermare la propria appartenenza al gregge. Una cieca spirale che porta alcune persone finanche ad esprimere giudizi sulla presunta bellezza/bruttezza dei bambini, affermando che “così come esistono adulti belli e brutti, esistono anche bambini belli e brutti”. Insomma, una triste degenerazione del pensiero comune e dell’animo umano – parole pesanti quest’ultime, ma è giusto chiamare le cose con il loro vero nome.
L’apparenza tra finzione e realtà
Eppure la bellezza delle cose esiste solo nella mente di chi le osserva. Allora perché tutto questo clamore intorno all’apparenza? Perché accanirsi – tanto per dire – sull’aspetto estetico del figlio di Belén Rodríguez? Forse perché molte persone stanno perdendo la capacità di distinguere ciò che è fiction da ciò che è realtà. Nella società del “finto”, le persone non vorrebbero invecchiare, vorrebbero avere fisici “scolpiti” e volti privi di qualsivoglia “imperfezione”. Ecco che allora si ricorre alla chirurgia plastica ed estetica e ad onerosi trattamenti “benessere” seguendo stereotipi del tutto innaturali: fisici magri con forme abbondanti (magari una taglia 40 e un seno enorme), visi senza rughe ed inespressivi. ecc. Ma i super uomini e le super donne esistono nei romanzi, nei film, nelle rappresentazioni teatrali o nelle fantasie più recondite. La finzione, proprio perché è tale, non può esistere nella realtà. Quest’assurda ricerca diviene qualcosa di artificioso e di “costruito”… una perversa escalation dove sicuramente gli interessi economici giocano un ruolo di primo piano (basti pensare alla cosmesi sempre più in voga anche tra gli uomini…).
La bellezza è relativa: ciò che oggi è bello domani potrebbe non esserlo più e viceversa
Inoltre, considera la relatività dei canoni di bellezza: ciò che oggi è bello ieri era brutto, e viceversa. Pensa, per esempio, ad una donna magra ed abbronzata. Oggi è un canone di bellezza, ma in passato era un’evidente manifestazione di trasandatezza: lavorare nei campi costringeva le donne ad un notevole sforzo fisico e l’esposizione al sole rendeva la loro carnagione più scura. Erano contadine, povere, denutrite e socialmente molto distanti dalle paffutelle e pallide dame di corte. Un tempo le persone belle, curate, ricche, affermate, di nobile estrazione presentavano – da un punto di vista fisico – forme abbondanti e carnagione bianca come il latte. Ma erano davvero persone migliori rispetto alla “plebe”?
Un altro esempio, a supporto di quanto detto sopra, ci viene fornito dal famoso dipinto “La Nascita di Venere” di Sandro Botticelli: la Venere, ideale di bellezza femminile, è una donna dalle forme morbide, dai fianchi generosi, con un seno minuto e dei capelli lunghi e pieni di boccoli… In pratica, l’opposto di quelli che sono i canoni della bellezza femminile di oggi, imposti dalle mode della nostra società. Ma, afferrando il concetto di Humanitas insito nell’opera, la riflessione acquista un senso più profondo: la bellezza di Venere diviene bellezza spirituale e come tale rappresenta la purezza, la semplicità e la nobiltà dell’anima; aspetti – quest’ultimi – che oggi come non mai risultano offuscati dall’invasione barbarica del materialismo.
La bellezza delle cose esiste solo nella mente di chi le osserva: perché è importante saper guardare al di là delle apparenze
Vedi, quello che conta è ciò che tu vali come persona. Pensi che, solo perché hai un fisico scolpito o possiedi una macchina di grande cilindrata, sei una persona che vale di più? Credi che puoi elevarti o distinguerti con cose di questo genere? Non è affatto così… Come già ti ho spiegato in un altro articolo, quello che sei conta molto di più di quello che hai. Nutri innanzitutto la tua mente cercando di vivere secondo standard di qualità, segui degli ideali e cerca di definire e stabilire dei punti fermi nella tua vita (valori e legami). Insomma, sii innanzitutto una bella persona, dentro, piena di interessi e vitalità, e mai una sorta di “manichino” da esporsi in vetrina! Mostrarsi agli altri e al mondo esterno per il vano piacere di apparire è completamente inutile. Inoltre, considera che la tua autostima può benissimo essere scollegata dalla bellezza fisica. Tu, io e chiunque altro invecchieremo, e anche la persona più bella al mondo – a livello estetico – prima o poi cesserà di essere bella. Ciò che non cesserà mai, invece, è l’autostima basata sull’amore, l’accettazione di sé e la valorizzazione di tutti i propri aspetti positivi (anche e soprattutto interiori).
Prendersi cura di se stessi è importante per il proprio benessere psico-fisico, ma non deve diventare un’ossessione “estetica”
Certo, prendersi cura di se stessi è fondamentale. Guai a trascurarsi; ti faresti del male. Che ben vengano diete, esercizi fisici, attività sportive, massaggi e trattamenti di bellezza. Se farai della cura del tuo corpo un’esigenza “salutare”, e non un’ossessione estetica, allora sì che manifesterai amore per te stesso, e tutto questo avrà effetti benefici anche sul tuo spirito. Non sarai dipendente da quello che occorre fare per stare in forma e preservare la tua salute giacché considererai i sacrifici che sosterrai come un fine, e non come un mero mezzo per raggiungere risultati misurabili con parametri superficiali e frivoli.
In verità non c’è bellezza più autentica della saggezza che troviamo e amiamo in qualche individuo, prescindendo dal suo volto che può essere brutto e, non guardando affatto alla sua apparenza, ricerchiamo la sua bellezza interiore.
Plotino
Ricorda, la bellezza delle cose esiste solo nella mente di chi le osserva. Allora fai del tuo animo un posto splendido: soltanto così riuscirai a cogliere ed accogliere il bello degli aspetti davvero importanti ed essenziali della vita.
Consigli bibliografici
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