Le critiche costruttive possono essere un modo molto efficace per migliorare gli altri; viceversa le critiche distruttive rappresentano uno dei comportamenti umani più dannosi in assoluto. Le critiche distruttive, infatti, intaccano l’autostima delle persone che le subiscono, rovinando l’immagine che esse hanno di loro stesse e deteriorandone la performance individuale, qualsiasi sia l’ambito della critica.
Le critiche distruttive scuotono talmente tanto la fiducia che un individuo ha in se stesso da farlo sentire inferiore, il che lo rende teso e lo porta inevitabilmente a commettere degli errori nel realizzare ciò per cui è stato criticato. Nei casi peggiori, rinuncerà a priori a fare quella determinata cosa, evitando così di mettersi in gioco.
Talvolta critichiamo in maniera impulsiva, perché siamo convinti che la critica serva ad ottenere un miglioramento, ma questo è un comportamento controproducente. Ad esempio, un genitore è molto probabile che faccia più critiche che elogi ai propri figli (se l’argomento ti interessa, puoi leggere l’articolo in cui spiego come affrontare i genitori che criticano sempre i figli). Un genitore ipercritico nei confronti di un figlio cosa ottiene in cambio? Sicuramente niente di tutto ciò che vuole. Infatti, anziché stimolare un miglioramento, non fa altro che peggiorare i comportamenti del bambino. Se poi le critiche continuano anche quando il figlio cresce, il rischio che nel tempo il rapporto genitore/figlio si deteriori è concreto.
Ma perché quando critichiamo ci convinciamo che le nostre critiche siano costruttive, sebbene stiano “demolendo” l’altra persona? Spesso questo accade perché vogliamo razionalizzare il nostro atteggiamento critico. Le critiche costruttive, quelle autenticamente positive, fanno sentire meglio l’interessato, in quanto lo aiutano a percepire le potenzialità e la possibilità di migliorare in futuro, incrementandone l’autostima e l’autoefficacia.
L’unico scopo delle critiche dovrebbe essere quello di fornire all’altra persona un’occasione di riflessione per migliorarsi. Insomma, le critiche sono costruttive solo quando hanno questo “nobile” fine, e non sono spinte dall’esigenza di vendicarsi, dall’invidia, dalla rabbia o dal disappunto. L’unica funzione delle critiche dovrebbe essere quella di aiutare, non ferire, altrimenti meglio evitarle. Se vuoi sapere in che modo affrontare le critiche gratuite, ovvero quei feedback che fanno solo del male, potresti leggere l’articolo in cui suggerisco come reagire alle critiche, provocazioni e offese.
Quando devi correggere qualcuno, sii risoluto a farlo non in forma di biasimo. Prima di criticare, osserva la situazione dal punto di vista del tuo interlocutore. Poi sii attento a parlare in modo calmo e con tatto. Scegli con attenzione le parole prima di pronunciarle.
Zelig Pliskin
Come fare critiche costruttive: 7 passaggi per un feedback costruttivo
Vediamo ora quali sono i passaggi fondamentali per essere sicuri di fare critiche costruttive anziché distruttive.
- Fai di tutto per salvaguardare l’autostima dell’altra persona. Cerca sempre di essere delicato. Critica con tatto magari con una premessa positiva volta ad “addolcire” il tuo interlocutore. Ad esempio, se critichi tuo figlio, inizia col dire “Ti voglio tanto bene” e poi continua dandogli il feedback correttivo e le direttive di cui necessita per migliorare.
- Concentrati sul futuro e non sul passato. Piangere sul latte versato non serve a niente, quindi parla di ciò che farai da oggi in avanti. Usa frasi del tipo: “La prossima volta, perché non…”.
- Concentrati sul comportamento, sul risultato o sulla performance, e non sulla persona. Sostituisci la parola “tu” con una descrizione del problema o della situazione. Anziché dire: “Lei non sta vendendo abbastanza”, dici: “Le vendite sono inferiori alle stime. Cosa possiamo fare per incrementarle?”.
- Parla in prima persona cercando di rivendicare la paternità delle tue sensazioni. Piuttosto che dire: “Mi fai proprio arrabbiare”, dici: “Mi sento davvero arrabbiato quando fai così” oppure: “Non mi piace proprio questa situazione e vorrei discutere su come cambiarla”.
- Accordati in modo chiaro su cosa c’è da cambiare per migliorare, quando e quanto. Sii il più specifico possibile, orientato al futuro e soprattutto alle soluzioni. Ad esempio: “La prossima volta controlla la lista delle spedizioni già effettuate prima di procedere con la stampa delle etichette di spedizione”.
- Proponiti di aiutare e non limitarti alle critiche. Insomma, fai qualcosa di concreto per migliorare le cose anziché parlare soltanto per “distruggere” l’altra persona. Ad esempio chiedi: “Cosa posso fare per aiutarti?” Sii disponibile a mostrare all’altra persona cosa fare e come farlo. Sii una sorta di “insegnante” che spiega e mostra all’altra persona in che modo bisogna fare una determinata cosa.
- Supponi che l’altra persona voleva fare un buon lavoro anche se i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Non insinuare mai che l’altra persona fosse in malafede e che volesse sbagliare di proposito per arrecare un danno. Il problema piuttosto è da ricercare in capacità limitate, informazioni e conoscenze insufficienti o malintesi di qualsiasi genere.
Dunque, sulla base di quello che abbiamo visto in questo articolo, il miglior modo per fare critiche costruttive consiste nell’essere calmi, pazienti, disponibili, sensibili, chiari e collaborativi piuttosto che nervosi e disfattisti. Incentiva ed incoraggia sempre le persone invece di “farle a pezzi”; in questo modo non solo incrementerai l’autostima degli altri, ma migliorerai anche le tue relazioni.