Un giorno al giovane Eracle, ormai divenuto forte e bello, gli si presentarono dinanzi due donne molto imponenti, mentre era intento a meditare su una roccia. La prima, vestita con un abito splendente, mostrava un viso radioso, più rosso e a tratti più bianco del normale. La donna sorridendogli, si presentò con il nome di Piacere. Con parole dolci e seducenti disse al giovane di seguirla, poiché avrebbe riservato per lui una vita fatta di idilli e piaceri, promettendogli di poter ottenere tutto quello che avrebbe voluto senza dover mai faticare.
La seconda donna, dagli abiti modesti ma allo stesso tempo eleganti si presentò al giovane con il nome di Dovere. Quest’ultima, avvicinandosi al giovane, mostrò una via lunga e tortuosa, segnata da fatica e studio. Il buono e il bello, secondo quest’ultima, dovevano essere meritati e non semplicemente regalati. Se Eracle desiderava degli amici che lo amassero, doveva essere lui il primo a fare del bene agli amici. Se voleva che l’intera Grecia lo ammirasse, doveva essere lui per primo a servire la Grecia. Se voleva che la terra gli desse bei frutti, doveva prendersi cura della terra.
Dovere, in quest’opera dello scrittore greco Prodico, stava mostrando al giovane eroe la strada per il successo e per la felicità, la quale viene presentata costellata da difficoltà, limiti e disavventure. Il giovane Eracle aveva scelto, infine, di seguire la strada di Dovere, per quanto essa fosse meno attraente e conveniente rispetto a quella proposta dall’altra donna, poiché sono proprio le difficoltà e la fatica che allontanano l’uomo dalla “fiacchezza morale” e lo avvicinano a quella che è la vera felicità. Nonostante questo mito sia stato scritto secoli fa, al giorno d’oggi ci sembra più attuale che mai. Non siamo forse anche noi degli Eracle che quotidianamente affrontiamo con fatica la nostra strada tortuosa per poter raggiungere il nostro scopo nel mondo? Ambire al posto di lavoro dei propri sogni, allenarsi duramente per vincere una gara, studiare intensamente per poter conseguire la laurea, sono alcuni esempi di obiettivi perseguibili certamente con una grande dose di impegno e coraggio, alcune tra le grandi potenzialità dell’uomo che permettono che tutto questo si realizzi. Senza la nostra forza, il nostro impegno e il nostro coraggio, infatti, non saremmo mai capaci di realizzare i nostri sogni o di raggiungere i nostri obiettivi, poiché la differenza tra chi siamo e ciò che potremmo diventare o tra chi non riesce a raggiungere uno scopo e chi invece si, sta proprio nell’impegno e nel lavoro sodo che c’è dietro ad esso. L’intelligenza, la bellezza e la simpatia sono certamente grandi qualità che hanno da sempre accompagnato l’uomo, ma la tenacia, la forza, la caparbietà sono le principali potenzialità dell’essere umano in continuo sviluppo dalla sua nascita e che sono alla base della sua personalità. Senza delle buone potenzialità non riusciremo a ottenere nulla. Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare. Con queste semplici parole, Ben Herbster ci invita a riflettere su come viviamo la nostra vita e se semplicemente ci stiamo accontentando di vivere nella mediocrità, mettendo da parte tutte le nostre potenzialità, piuttosto che affrontare le difficoltà con impegno e un lavoro costante. Ma come possiamo sviluppare queste potenzialità?
Autostima e ottimismo: due grandi alleati delle nostre potenzialità
Il primo componente senza il quale tutte le nostre potenzialità non esisterebbero è certamente l’autostima. Quest’ultima è profondamente radicata nella nostra personalità e ci permette di relazionarci in modo sano (nel caso di una buona autostima) con il mondo esterno. Non bisogna ridurre l’autostima ad un semplice “credere in se stessi” poiché le cose sono certamente più complesse di così. In questa dimensione entrano in gioco altre componenti come l’assertività, la flessibilità, l’accettazione di sé e la consapevolezza emotiva, la quale ci permette di prendere coscienza del nostro stato emotivo e di poterlo, in un secondo momento, esternare. In questo modo siamo perfettamente consapevoli di cosa proviamo e di cosa vogliamo, facendo chiarezza su come raggiungere il nostro scopo e quali sono le condizioni migliori per poter conseguire dei risultati gratificanti. In questo modo abbiamo la possibilità di accettarci così come siamo, prendendo atto dei nostri limiti per poter poi, con grande impegno, lavorarci su al fine di superarli. Il più grande spreco nel mondo non consiste nell’avere dei limiti, poiché è assolutamente normale ed è proprio di tutti gli esseri umani. Non esiste nessuno che sia perfetto, ma tutti possiamo con tenacia e coraggio lavorare duramente per avvicinarci sempre di più alla perfezione. Non bisogna rinunciare ai propri sogni, rifugiandosi dietro i propri limiti, poiché sarebbe questo il più grande spreco nel mondo, ma anzi è necessario fare lo sforzo di accettare il fatto che non siamo perfetti. Questo è il primo passo per poter proseguire la strada che porta al successo. Se vuoi approfondire l’argomento e scoprire come aumentare l’autostima, leggi l’articolo in cui spiego quali sono le strategie più semplici ed efficaci per riuscirci.
Una volta lavorato sulla propria autostima e sulla propria accettazione di sé, il secondo passo molto importante è dettato da un’altra grande componente delle nostre potenzialità: l’ottimismo. Diventare ottimisti è essenziale per riuscire a perseverare negli obiettivi. Sarà capitato a tutti di conoscere una persona pessimista che alla benché minima difficoltà si buttava giù e non trovava la forza di andare avanti. Questo modo di fare è estremamente improduttivo e nocivo per qualunque persona, poiché non permette la piena realizzazione dell’individuo. Chiunque, invece, abbia una buona dose di ottimismo, sarà in grado di ottenere maggiore successo nei percorsi che intraprende e anche, più in generale, nella vita. Questo non vuol dire assolutamente che gli ottimisti siano arroganti o egoisti. Avere un’alta autostima permette semplicemente di stabilire una relazione pacifica e serena col mondo esterno, mettendo da parte qualsiasi paragone o confronto tra la propria vita e quella degli altri. In tal modo la persona ottimista è in grado di vedere con oggettività il proprio operato e i propri limiti, facendo tesoro delle critiche e delle esperienze negative; pertanto la persona è portata ad un continuo accrescimento personale che permette di vivere una vita più consapevole e sicuramente più ricca, seguendo alla lettera le parole che ci ha lasciato in dono Ben Herbster, per poter infine colmare la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.
Libro consigliato
- Maxwell, John C.(Autore)