Comunicazione e Relazioni

Empatia e compassione: non confonderle mai

empatia e compassione come diventare empatici
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Empatia e compassione non andrebbero mai confuse: anche se apparentemente simili, c’è una profonda differenza tra le due. Come ci suggerisce il vocabolario Treccani, l’empatia è la “capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale”; mentre la compassione è il “sentimento di pietà verso chi è infelice, verso i suoi dolori, le sue disgrazie, i suoi difetti”.

Empatia e compassione sono diverse perché solitamente chi è empatico muove da una sensibilità maggiore rispetto a chi è compassionevole: l’empatia porta ad una sincera partecipazione intima e di immedesimazione nei confronti del prossimo e del suo vissuto; la compassione, invece, è una comprensione più fredda, distaccata, talvolta formale o falsa. Le persone empatiche sono realmente vicine agli altri; le persone compassionevoli – non di rado – si fingono amiche e in fondo al cuore gioiscono per i fallimenti, le sofferenze e il dolore altrui.

Un guerriero non si accompagna a chi vuole fargli del male. Né tanto meno viene visto in compagnia di coloro che desiderano “consolarlo”. Evita chi gli sta accanto solo in caso di sconfitta: questi falsi amici vogliono dimostrare che la debolezza ricompensa. Portano sempre cattive notizie. Tentano sempre di distruggere la fiducia del guerriero, sotto il mantello della “solidarietà”.

Paulo Coelho

L’empatia porta alla comprensione, unisce e crea relazioni interpersonali affettuose e sensibili. La compassione, invece, porta al distacco, in quanto non prevede la riduzione delle distanze.

L’empatia è davvero costruttiva e può accrescere la qualità della propria vita in ogni ambito. Anche a livello lavorativo, a parità di competenze, ciò che fa la differenza tra due professionisti è proprio l’empatia. Ad esempio, se coloro  che svolgono professioni che hanno inevitabilmente a che fare con i problemi altrui – medici, infermieri, operatori umanitari e sociali, avvocati – manifestano empatia sul piano umano, ricevono il consenso e l’ammirazione altrui, accrescendo le loro probabilità di successo. Ovviamente, chi svolge una professione d’aiuto non dovrebbe mai esagerare nel coinvolgimento che potrebbe altrimenti diventare fonte di stress e di patologie come la sindrome da burnout.

Come diventare empatici

L’empatia inizia con un’assunzione di prospettiva: mettiti nei panni dell’altra persona riconoscendo legittimo il suo punto di vista e i suoi sentimenti. Piuttosto che giudicarla o criticarla, cerca di sentire insieme a lei quello che sta provando. Dimostrale questa vicinanza facendole capire che non è sola. Entra in connessione con lei, mettendo in gioco quella parte di te stesso che conosce la sensazione di comprensione tipica dell’empatia. Non essere mai “consolatore”, cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno anziché mezzo vuoto con frasi del tipo “Beh almeno…”. Quando le persone condividono qualcosa di doloroso con te, non devi cercare di rendere le cose migliori, in quanto questo significherebbe sminuire il dolore che stanno provando. Anche affidarsi alla simpatia per sdrammatizzare potrebbe risultare fuori luogo; la simpatia, infatti, disumanizza in quanto tende verso la pietà, e a nessuno piace essere compatito. Se qualcuno condivide con te qualcosa di delicato, digli che hai apprezzato la sua apertura nei tuoi confronti, anche se non sai cosa aggiungere in quel momento. D’altronde, qualunque cosa diresti non potrebbe di certo alleviare il dolore. Magari limitati ad un abbraccio o ad un gesto; in questi casi, infatti, è molto meglio affidarsi alla comunicazione non verbale, anziché verbale. Soltanto la connessione umana e la sua sincera dimostrazione possono migliorare le cose, e non le parole.

Ma l’empatia non è soltanto la capacità di connettersi emotivamente con gli altri nei momenti di sconforto, è anche la capacità di condividere il vissuto positivo, di saper gioire sinceramente per i successi altrui, senza provare invidia (in un altro articolo già ti ho parlato di come smettere di provare invidia).

Tra empatia e compassione scegli la strada per una vita più appagante

Essere empatici è una scelta: puoi deliberatamente scegliere tra empatia e compassione in ogni relazione sociale. Come sempre, il mio consiglio è quello di fare scelte costruttive e positive per la propria crescita personale: seguendo la strada dell’empatia, la tua vita sarà senz’altro più serena e proficua.

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Francisco Pacifico
Esperto nel successo personale, ho fondato il blog Arricchisciti.com in quanto ritengo che l'eccellenza sia un diritto universale che tutti dovrebbero poter esercitare liberamente, al fine di migliorare la propria vita e contribuire al progresso dell'umanità.
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